“La rete clinica risponde a molteplici esigenze di dinamizzazione del servizio sanitario, tra le quali preminente è l’esigenza di integrare e o condividere conoscenze, competenze, percorsi di assistenza.
Il censimento Fiaso mostra la punta alta di 40 reti in Liguria e numerosità più bassa in Emilia Toscana Lombardia, Puglia, Marche e Basilicata non ultima con 12 reti autorizzate. In Basilicata molto di più si può fare: si pensi a talune reti come quella cardiologica del Dires 118 che deve sempre più attrarre nel percorso previsto i pazienti potenziali oltre che quelli con patologia cardiaca conclamata e/o di emergenza urgenza integrato al progetto sull’ ambulatorio rurale della regione Basilicata e del Dires. Un progetto che non costa risorse aggiuntive perché la rete è semplicemente la messa in relazione di uomini e risorse a parità di dotazione, variando solo il paradigma organizzativo. Occorre cosi diffondere, insieme alla rete emergenziale ed ai medici di base, inclusi i servizi distrettuali, una più capillare e penetrante offerta di servizi alla porta del cittadino: uso del palmare cardiodiagnostico, esami con follow up per pazienti cronici, impiego plurimo delle auto medicate o di quelle destinate all’emergenza. Insomma una rete clinica che si modella molto sulle esigenze territoriali di un territorio variegato e per nuclei sparsi e “paesi polvere”.