Purtroppo, l’esperienza dell’ingresso in UE di Romania e Bulgaria nel 2004, ci ha dimostrato che le moratorie servono solo da alibi a molti datori di lavoro per continuare a praticare condizioni di lavoro irregolare. Attualmente in Italia risiedono oltre 22 mila croati, il 60% dei quali soggiornanti di lungo periodo per i quali le misure restrittive non varranno. Per gli altri 10 mila, concentrati soprattutto in Veneto e Friuli Venezia Giulia, il rischio è di non poter emergere da una condizione che spesso è di irregolarità lavorativa.
Con questa misura, a parere della UIL, non si sta facendo alcun favore agli italiani disoccupati Si rischia invece di perpetuare una situazione di dumping sociale e concorrenza sleale tra lavoratori.