Verrastro: nel “Milleproroghe” allungato il requisito per la stabilizzazione dei precari in Sanità

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Nota del segretario regionale aggiunto della UIL FPL di Basilicata, Giuseppe Verrastro

Il decreto mille proroghe stabilisce la riapertura dei termini per la stabilizzazione dei precari della sanità pubblica. Entro la fine dell’anno 2022 le amministrazioni dovranno procedere a stabilizzare i lavoratori precari dipendenti da quelle amministrazioni che hanno ancora un contratto a tempo determinato. I contratti di lavoro a tempo determinato non possono più essere reiterati per le stesse mansioni e per gli stessi soggetti. È stata la Corte di Giustizia Europea cha ha disposto questa norma e che ha imposto al Governo di approvare la Legge Madia per la stabilizzazione di tutti precari. Con il decreto mille proroghe il Governo allunga i termini per la stabilizzazione a tutto il 2022, dal momento che non tutte le amministrazioni pubbliche hanno approvato i loro piani di stabilizzazione per l’assorbimento di tutto il personale precario a tempo determinato. Oltre ad avere allungato i termini per la stabilizzazione a tutto il 2022, il decreto ha anche ristabilito i requisiti per poter entrare nei piani di stabilizzazione. La prima delle tre condizioni è che il lavoratore precario deve avere maturato entro il 31 dicembre 2021 tre anni di servizio anche non continuativi negli ultimi otto anni. I lavoratori devono risultare in servizio successivamente alla data di entrata in vigore della legge 124/2015 con contratti a tempo determinato presso l’amministrazione che procede all’assunzione o, in caso di amministrazioni comunali che esercitino funzioni in forma associata, anche presso le amministrazioni con servizi associati. La reiterazione del contratto a tempo determinato con le stesse mansioni svolte espletate anche presso amministrazioni pubbliche diverse da quella che procede all’assunzione. Chiunque dei lavoratori con contratto a tempo determinato che non sia ancora stato inserito in un piano di stabilizzazione della propria amministrazione pubblica dalla quale dipende può fare ricorso per ottenere il risarcimento del danno.

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