“Una grande illusione pensare di cambiare la Pa attraverso nuove norme. La Pubblica amministrazione si cambia, per davvero e in positivo, solo attraverso il coinvolgimento di chi ogni giorno ci lavora e, tra mille difficoltà, garantisce i servizi pubblici ai cittadini. Basta giochi di prestigio, bisogna riaprire la contrattazione”, questo il commento di Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio e Nicola Turco – segretari generali di Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Fpl e Uil-Pa dopo l’approvazione definitiva del ddl Madia.
“Questo governo, come gli altri, resta ancorato ad una illusoria funzione taumaturgica delle norme” attaccano Dettori, Faverin, Torluccio e Turco. “A partire dalla rilegificazione del rapporto di lavoro, dalla riduzione degli spazi di negoziazione, dall’inasprimento dei controlli di merito e di compatibilità economico-finanziaria dei contratti. E ancora una volta manca il coraggio di intervenire sui nodi decisivi: riorganizzazione dei servizi e investimento nelle professionalità”.
“In questo modo, si mantiene una Pa autoreferenziale, volutamente disorganizzata, costruita per legge e complicazioni normative calate dall’alto”, rimarcano i segretari. “Vogliamo il contratto subito. Per rendere esigibile il sacrosanto diritto al rinnovo del contratto di milioni di lavoratrici e lavoratori della Pa, e per il rilancio dei servizi pubblici contro gli eccessi normativi che anche questa millantata riforma nasconde, a partire dalla dozzina di decreti delegati da approvare nei prossimi mesi. Ancora norme e cavilli che non produrranno alcun miglioramento sulla condizione reale delle persone”.
“Contrattare e coinvolgere i lavoratori è l’unica chiave di un vero processo di efficientamento dei servizi e valorizzazione dei lavoratori. Per questo, soprattutto dopo l’ennesima forzatura, va riaperta immediatamente la contrattazione”.
Una forzatura, proseguono le quattro sigle, “che traspare anche dall’approvazione del dl enti locali. Qui, dopo passi avanti fatti sui temi del personale, rimangono tutte in piedi pesanti criticità, sia in vista dei prossimi e pesantissimi tagli agli enti locali, che metterebbero in serio e irreversibile pericolo l’erogazione dei servizi pubblici, sia per la nuova scure che si abbatterà sui fondi della sanità”.
“Il progetto di progressiva riduzione dello spazio pubblico è chiaro, anche in vista di quella che raccontano sarà una riduzione delle tasse ma che inevitabilmente si tradurrà in nuovi tagli agli enti locali. Avvertiamo il governo: il lavoro pubblico non sarà il bancomat del governo per una, anche questa illusoria, riduzione delle tasse. Se il governo vuol mettere un tassello vero per l’innovazione, apra subito il tavolo contrattuale”.