Due i punti che la Uil fpl sostiene con forza nel confronto con il governo sul Dpcm che dovrà dare corso alla stabilizzazione, incidendo sulla sfera lavorativa delle decine di migliaia di precari della Sanità e sul diritto alla Salute: “In primo luogo consentire di stabilizzare i lavoratori della sanità in regola con requisiti, senza l’applicazione degli stretti vincoli finanziari attualmente in vigore, non riferibili tra l’altro al contesto del Servizio Sanitario Nazionale. E poi prevedere l’applicazione delle procedure di stabilizzazione non solo ai contratti di lavoro a tempo determinato, ma anche alle collaborazioni coordinate e continuative e alle altre forme di lavoro flessibile”.
Direttrici che, “consentirebbero ai lavoratori precari di realizzare le loro legittime aspettative e getterebbero le basi per garantire la funzionalità dell’intero servizio sanitario nazionale, in particolar modo in quelle regioni, soggette a piano di rientro, nelle quali il blocco del turn-over ha impedito il fisiologico ricambio e che, per evitare l’interruzione dei servizi, hanno fatto ricorso in modo massiccio ai contratti a tempo”.
La Uil-Fpl insiste però anche sulla necessità di sviluppare nuovi modelli organizzativi per garantire più efficienza ed efficacia nell’erogazione dei LEA: “Da tempo, stiamo sollecitando la ridefinizione delle competenze del personale infermieristico e di tutte le professioni sanitarie attraverso un percorso da condividere con il Ministero della Salute e con le Regioni che porti come primo passo all’approvazione di un accordo sulle competenze infermieristiche. Siamo convinti che la realizzazione di un modello di assistenza più aderente ai bisogni della popolazione e che ottimizzi le risorse disponibili, passi necessariamente per il rafforzamento e il rilancio del ruolo degli infermieri e degli operatori tecnici e di assistenza.