Rinnovare i contratti del pubblico impiego o sarà sciopero

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contratti_large1Ancora una volta l’Istat certifica che gli stipendi dei lavoratori italiani hanno registrato una crescita limitata, la più bassa mai registrata dal 1982.

In questi dati spicca, per l’ennesima volta, la variazione nulla delle retribuzioni dei dipendenti pubblici i cui contratti non vengono rinnovati dal 2010.

Il Governo si dimostra il peggiore datore di lavoro di questo Paese: infatti, ad oggi, non si capisce ancora come possono essere rinnovati i contratti visto che nel Def non sono state previste risorse e persistono, inoltre, rigidità legislative. Tutto questo accade nonostante la sentenza della Corte Costituzionale avesse invitato il Governo a rinnovare i contratti a partire dal 2015.

Non si vuole capire, come ha sostenuto il governatore della Banca d’Italia Visco, che aumentare gli stipendi è una condizione per ridare fiato all’economia.

Nel settore del pubblico impiego è ancora più urgente proprio per la riduzione del potere di acquisto.

A questo punto è legittimo sostenere che il Governo non abbia, anche sulla scorta dei maggiori risparmi ricavati, certificati nel Def, rispetto a quelli preventivati, alcuna intenzione di sedersi ad un tavolo per il rinnovo del contratto del pubblico impiego.

Pertanto la risposta non può che essere uno sciopero generale del pubblico impiego.

 

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