Rifiuti a peso d’oro i lucani pagano il doppio del 2009

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Il caso Monnezzopoli arriva al dunque? «Nel processo il Comune di Bella dovrà costituirsi parte civile». È il convincimento di Vito Leone, assessore di quel Comune. L’amministrazione ora dovrà assumere una decisione in merito. In ogni caso c’è qualcosa che non funziona nella gestione dei rifiuti, denuncia Leone. Con le tasse sulla spazzatura che salgono in modo esponenziale. Ora arriva la Tares. Le previsioni del settore dicono che, per i lucani, bisognerà aspettarsi aumenti (variabili da zona a zona) oscillanti fra il più 13 e il più 154%. «Non è pensabile né giustificabile – afferma l’assessore Leone – che i cittadini debbano essere strozzati dalle lobby delle discariche senza nessun controllo pubblico. Noi, a Bella, su questa materia vogliamo andare fino in fondo. La Provincia ci ha prima detto di conferire i nostri rifiuti presso la discarica di Venosa, poi a Pallareta e, da oltre un anno, alla B&B Eco srl di Tito. Ma la situazione è andata sempre più aggravandosi sul piano dei costi».

Ma come si è giunti a questo punto? «Guardi – racconta Leone – Bella è stato il primo paese lucano ad aver eliminato i cassonetti dei rifiuti dal centro urbano. Una decisione finalizzata a incentivare la raccolta differenziata porta a porta. L’abbiamo fatta, e anche bene, tant’è che nel 2008, 2009 e 2010 abbiamo ricevuto, come Comune, il riconoscimento di Legambiente: “Ricicloni”». Intanto però qualcosa ha cominciato a non funzionare: i costi per i cittadini continuavano a crescere. «Sì – spiega Leone – perché aumentava il costo del conferimento in discarica. Aumentava all’incirca ogni tre mesi. Inoltre poiché in Basilicata non esiste un impianto di compostaggio per l’umido (il 35% dell’immondizia) siamo costretti a portare questo materiale fuori regione. Ma anche lì, nel volgere di due-tre anni, si è passati da un costo di 42 euro a tonnellata a circa 80-90 euro. Seguivano gli aumenti che avvenivano nelle nostre discariche: crescevano qui e facevano crescere il costo anche loro per l’umido».

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