“Il rischio è quello di generare un problema sociale enorme e di creare una paralisi nei servizi pubblici. La gran parte dei lavoratori precari – aggiungono i quattro sindacalisti- svolge infatti funzioni essenziali. Si tratta di professionalità di alto profilo senza le quali tante amministrazioni pubbliche centrali e locali dovrebbero lasciare scoperte intere aree di servizi a cittadini e imprese”.
“Un patrimonio di competenze nuove, arricchite dall’esperienza sul campo. Professionalità che non riguardano i soli lavoratori con contratto a tempo determinato. Per questo il confronto deve essere allargato a tutte le forme contrattuali presenti nei settori pubblici – sottolineano i segretari generali delle federazioni del pubblico impiego di Cgil Cisl e Uil – come ad esempio co.co.pro. e contratti di somministrazione. E deve valorizzare le specificità di ogni singolo comparto”.
“Servono quindi soluzioni strutturali al problema, così come definito dall’Intesa del 3 maggio 2012 sottoscritta unitariamente con il precedente Governo, le Regioni, l’Anci e l’Upi. La proroga – concludono – è solo un primo passo