Maternità: discriminazioni e demansionamento. È questo il futuro dell’occupazione femminile?

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16/03/2015 | PariOpportunità. 

Non possiamo che concordare con il ministro Lorenzin sul fatto che, in Italia, ci sono ancora problemi sui diritti delle donne in maternità: le notizie riguardanti episodi di mobbing nei confronti di lavoratrici che osano usufruire del congedo laddove ne esista la possibilità è l’ennesima violazione del diritto al lavoro e a alla salute, non solo della donna, ma anche della sua creatura.

Si registra, da tempo, un duro attacco ai diritti delle donne. La crisi economica che stiamo vivendo sembra voler spingere nella direzione di un disconoscimento, graduale e progressivo, dei diritti acquisiti. È necessario, inoltre, evidenziare l’aberrazione dell’art. 55 del Jobs Act, in relazione alla facoltà delle aziende di demansionare i propri dipendenti per sopraggiunte difficoltà economiche. L’attuale norma del Governo, di fatto, creerà ulteriori discriminazioni tra i dipendenti delle aziende che faticano a tirare avanti.

E le donne saranno le prime  vittime di una legge ingiusta che il sindacato rigetta con tutte le sue forze. Infatti, non sarà più solo la maternità a decidere sul destino occupazionale delle donne, sulla  loro diminuita disponibilità economica ma, con il demansionamento, verrà meno la spinta al riconoscimento  delle competenze femminili, verrà fermata la progressione delle loro carriere e, in una parola, verranno meno le pari opportunità con un pericoloso regresso sociale ed economico.

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