La «casta lucana» che si fa rimborsare anche il singolo caffè

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Non solo viaggi, pranzi, cerimonie di famiglia e pasticcini. Ora, tra le pieghe dell’inchiesta sulle presunte irregolarità nelle rendicontazioni dei fondi assegnati ai consiglieri regionali lucani. Vengono fuori anche le colazioni al bar. Caffè e brioche pagati con i soldi destinati all’assolvimento del mandato. Colazioni di pochi spiccioli per la verità (in alcuni casi di neanche 5 euro) finite nell’informativa che i militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza ha consegnato ai pubblici ministeri della Procura potentina, Sergio Marotta ed Eliana Franco. Un’informativa di 300 pagine che riguarderebbe 47 consiglieri regionali di questa e della precedente legislatura (nove dei quali sarebbero risultati senza anomalie nelle rendicontazioni).

Ma quello delle colazioni sarebbe solo un capitolo. Perchè, se gli inquirenti avrebbero trovato scontrini di 50 centesimi rendicontati per ottenere il rimborso, a riservare «sorprese» sarebbero state anche alcune fatture. Fatture «ritoccate» per la verità. In alcuni casi per somme sostanziose, in altri per cifre decisamente risibili. Come una fattura che dal titolare di un esercizio commerciale risultava di 12 euro mentre per la rendicontazione era stata «corretta» ed arrotondata a 14 euro. Due euro di differenza, dunque. Due euro in più a spese della Regione.

Intanto, l’inchiesta va avanti e nei giorni scorsi, i magistrati hanno chiesto agli investigatori ulteriori accertamenti per verificare se tra le fatture e gli scontrini presentati dai consiglieri e quelle rendicontati dai gruppi consiliari vi siano «doppioni». Questo per stabilire se vi siano stati episodi in cui lo stesso scontrino è stato rendicontato due volte.

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