In Basilicata e Puglia ecco la buona Sanità S. Carlo e Policlinico sono le eccellenze del Sud

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 Il riferimento nazionale, il benchmark, resta abbastanza lontano. Tuttavia le eccellenze non sono soltanto al Nord, come spesso si crede: tra le migliori 114 aziende ospedaliere italiane, i «big» della sanità pubblica, ci sono anche Puglia e Basilicata. O meglio, stavolta, Basilicata e Puglia, con il 12° posto del San Carlo di Potenza e il 27° del Policlinico di Bari, uniche del Sud tra le prime 40: l’azienda ospedaliera regionale lucana diretta da Giampiero Maruggi è anche la prima del Mezzogiorno. Il dato emerge dalla classifica stilata dal Sole 24 Ore – Sanità su 7 parametri del Programma nazionale esiti 2012, la rilevazione ministeriale che fotografa l’efficienza delle strutture ospedaliere attraverso le schede di dimissione: si calcola il numero di interventi e la percentuale degli «esiti» considerati.

La classifica ha considerato tre indicatori di mortalità a 30 giorni su interventi di cardiologia (angioplastica, bypass e valvuloplastica), tre indicatori di appropriatezza (colecistectomie laparoscopiche rispetto a quelle laparotomiche, la relativa degenza breve e le fratture di femore operate entro 48 ore) e la percentuale di primi parti cesarei che al Sud è un vero e proprio disastro. Nel complesso sia il San Carlo che il Policlinico, pur senza raggiungere mai il benchmark, in alcuni casi hanno fornito esiti comparabili (se non migliori) rispetto alle prime della classifica (nell’ordine gli Ospedali riuniti di Bergamo, il «Civile» di Alessandria e il «Bolognini» di Seriate). In classifica anche gli Ospedali Riuniti di Foggia, che pur piazzati oltre la 60° posizione hanno esiti migliori rispetto alla quasi totalità delle aziende di Campania, Sicilia e Calabria. «Dalla classifica – commenta Vitangelo Dattoli, dg del Policlinico di Bari – è evidente il nostro sforzo organizzativo sulla traumatologia, e lo sforzo tecnologicico sulla colecistectomia per la quale i nostri esiti sono tra i migliori d’Italia. In cardiologia i dati, oltre alla qualità, evidenziano una bassa mortalità». Una questione statistica fa sì che non siano stati considerati i risultati relativi all’angioplastica, «sulla quale – fa notare Dattoli – siamo stati tra i primi in Italia ad attivare un reparto h24 grazie ad un finanziamento regionale »

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