Noi non siamo amanti della concertazione: l’abbiamo dimenticata, siamo laici non siamo orfani, non andiamo a rivendicare il dialogo sociale. Non chiediamo al presidente del Consiglio di essere come Merkel ma come Cameron e Rajoy, come i conservatori che hanno rapporti normali con il sindacato.
Il Presidente del Consiglio e’ simpatico, e’ veloce, comunica bene, ma l’impressione e’ che considera i sindacati come propri dipendenti, forse pensa ancora di essere il sindaco, ma si deve fare una ragione del fatto che il sindacato e’ rappresentazione di massa, indipendente e pensa con la sua testa.
Noi siamo uno strumento e non siamo il fine, il fine sono le persone che rappresentiamo. Faccio gli auguri profondi e veri alla Cgil perche’ il suo successo o insuccesso condizionera’ il successo o l’insuccesso della Cisl e della Uil. Ora siamo davvero nella stessa barca”. Cerchiamo di essere ottimisti, come disse il direttore del New York Times a Reagan: noi c’eravamo prima che tu arrivassi e ci saremo dopo che saremo andati via.