Enti Locali. Primo importante risultato contro i tagli al salario accessorio.

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Abbiamo insistito più volte in questi giorni, con molta fermezza, sul fatto che il risanamento dei bilanci comunali dovesse trovare nel DL Enti locali una soluzione chiara e corretta, che non danneggiasse i lavoratori di amministrazioni già penalizzati da 4 anni di blocco dei contratti.

Possiamo dire ora, davanti al testo definitivo del decreto, che le pressioni che abbiamo esercitato in questo senso sul governo e le autonomie locali hanno portato all’approvazione di un emendamento al decreto in questione (n.16/2014), che consente una prima soluzione al problema della contrattazione integrativa negli enti locali, salvaguardando il salario dei dipendenti e i servizi ai cittadini.

L’emendamento infatti indica a quelle amministrazioni che, in seguito alle ispezioni del MEF ed ai rilievi della Corte dei Conti sull’utilizzo dei fondi per la produttività, avevano avviato in maniera indiscriminata procedure di recupero delle somme già percepite dai dipendenti, una strada diversa che evita la possibilità per le amministrazioni di effettuare trattenute in busta paga.

Gli enti che non hanno rispettato i vincoli finanziari posti alla contrattazione integrativa sono sì tenute a recuperare le somme erogate adottando misure ulteriori rispetto a quelle già previste per il contenimento della spesa, ma il testo finale del decreto, specificatamente al comma 2, precisa che queste somme potranno essere compensate utilizzando economie e risparmi: attraverso piani di razionalizzazione, riordino e ristrutturazione amministrativa, riduzione dei costi della politica e di quelli di gestione – compresi gli appalti di servizio, gli affidamenti alle partecipate e il ricorso alle consulenze.

Il messaggio agli enti locali che non hanno rispettato il patto di stabilità è dunque chiaro: è sugli sprechi, le diseconomie e la spesa improduttiva che bisogna agire, non su buste paga che hanno già perso in media l’otto per cento del potere di acquisto. Quanto alle Regioni e agli enti locali che hanno rispettato il patto di stabilità, questi non sono soggetti, per gli atti riguardanti i fondi stabiliti in contrattazione decentrata anteriori ai termini definiti dal Dlgs n. 150 del 2009, ai vincoli previsti in materia di utilizzo e determinazione dei fondi.

È dunque un primo risultato importante quello che siamo riusciti ad ottenere in una situazione oggettivamente delicatissima, perché non solo tutela la retribuzione dei lavoratori degli enti interessati, ma costringe le amministrazioni a razionalizzare i propri assetti amministrativi. Un processo che andrà gestito a sua volta con la costante attenzione e partecipazione del sindacato.

L’approvazione della norma rappresenta comunque solo un primo passo. Ora chiediamo soluzioni convincenti anche sugli altri problemi aperti nelle amministrazioni locali. A partire dal riassetto territoriali, dalla riorganizzazione degli enti e dalla valorizzazione delle professionalita.

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