Donne in pensione? Flessibilità rinviata

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PariOpportunità

Lo stop imposto dal Governo all’anticipo pensioni ci coglie di sorpresa perché, con molta franchezza eravamo convinte, e evidentemente sbagliavamo, che l’opzione donne rientrasse nella prossima legge di stabilità.

 La tanto decantata “staffetta generazionale” tra un lavoratore  anziano in uscita e un neo assunto non si farà e limitare la cosiddetta opzione donna al solo 2015, costringerà molte donne a non fruire di un’ opportunità occupazionale che, altrimenti, sembrava a portata di mano. “I soldi non ci sono” per lasciare il lavoro con un anticipo di due anni e l’ennesimo annuncio del Governo, quello che le lavoratrici attendevano con più speranza, va deluso. Ciò rafforza la convinzione delle donne della UIL nel ritenere la questione femminile rilevante solo a parole ma poi, quando si deve scendere nel concreto come rivendicare parità retributiva, facilitazione di accesso al lavoro, servizi alla persona più efficaci e capillari o maggiore flessibilità per le donne che vogliono andare in pensione, tutto viene rinviato alla successiva legge di stabilità e così, di successiva in successiva, “in attesa di pensionamento” si può anche morire.

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