Le dinamiche economiche del nostro Paese sono sempre negative, nonostante il surplus primario italiano sia positivo.Ancora una volta l’Istat conferma, inoltre, che vi è una riduzione dei redditi da lavoro dipendente e dei consumi intermedi. Nonostante il blocco dei contratti e del turn over, le uscite delle pubbliche amministrazioni sono aumentate, rispetto allo stesso periodo del 2012. Come pure continua a salire il deficit pubblico nonostante le tante manovre economiche di tagli che si sono susseguite fino ad oggi.
Continuiamo a chiedere di aggredire la crisi con politiche non recessive e con investimenti pubblici che siano esclusi dal rapporto deficit/pil. Bisogna che si ponga il problema a livello comunitario e si cambi strategia economica. Serve un intervento serio e tempestivo da parte delle istituzioni politiche ed economiche dell’UE, che salvaguardi lavoratori dipendenti e pensionati, cioè coloro che pagano le tasse fino all’ultimo centesimo.
Solo con un vero piano di rilancio dello sviluppo, dell’occupazione e della tutela del potere d’acquisto, aumentando i salari e le pensioni, con una riduzione della tassazione e con i rinnovi dei contratti, a partire dal settore pubblico, potremmo ricominciare ad allentare quell’affanno che le famiglie italiane stanno vivendo. Purtroppo, ancora una volta, anche con questa legge di stabilità si è persa l’occasione per segnare una svolta