Dati Bce confermano che crisi europea si avvia lentamente verso inversione di tendenza

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I dati della BCE confermano che in Europa la fase di crisi si sta avviando, anche se lentamente, verso un’inversione di tendenza.  Secondo i dati, nel secondo trimestre del 2013 l’eurozona è uscita dalla recessione e l’attesa per il 2014 è una lenta ripresa del Pil. Solo per l’Italia si insinuano dubbi sulla tenuta dei parametri e dei riflessi negativi sull’economia. Infatti, il nostro tessuto economico continua ad essere in crisi e la produzione industriale continua a registrare cali su base annua e su base mensile.

Di fronte a questi dati, si fa fatica ad essere ottimisti come da più parti avviene, ma si reputa necessario aggredire la situazione per salire sul carro della fase positiva dell’economia.

Bisognerebbe svegliarsi e acquisire una coscienza comune, per tentare di avviare un piano di sviluppo reale. Le parti sociali hanno fatto una proposta, sarebbe utile avviare un confronto con il Governo al più presto alla luce del documento di programmazione economico che deve essere presentato.

Continuano ad uscire indiscrezioni di ulteriori restringimenti e tagli. Noi non siamo d’accordo. Comunque si voglia affrontare la questione economica, alcune cose sono imprescindibili: bisogna ridurre le tasse sul lavoro; prendere provvedimenti utili ad aiutare sia chi ha perso il lavoro e chi lo cerca – in tal senso la Ue deve finanziare un piano di sviluppo economico con risorse immediate da destinare al sistema produttivo per creare nuova occupazione e consolidare quella esistente. Infine, è necessario sostenere le imprese con un accesso al credito più facile e a basso costo e aumentare il potere di acquisto dei salari e delle pensioni, rinnovando i contratti, per favorire i consumi.

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