Dai dati Istat conferma della crescita lavoro «autonomo». Un tagliando per il Jobs act?

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occupazione_largeL´occupazione nel nostro paese sembra fondarsi sulla necessità, per molti cittadini, di trovare una forma di «costruzione» del proprio reddito qualunque essa sia.

Tre i dati che colpiscono: dopo la crescita del 2015, nel 2016, la stagnazione del tasso di occupazione, sostanzialmente fermo (57,5%); l’aumento di coloro (soprattutto donne) che cercano un lavoro (statisticamente disoccupati), sia su agosto che su settembre 2015; la mancata crescita – prevedibile per il lavoro a termine – dell’occupazione dipendente a settembre, a fronte dell’aumento del lavoro autonomo.

Quest’ultimo dato, già segnalato dalla UIL con l’analisi sull’apertura crescente di partite IVA, deve far riflettere. Sembra, infatti, che una quota di opportunità che il sistema produttivo offre, si fondi sull’espandersi, non sempre con alta qualità del lavoro e delle retribuzioni, di attività a basso costo e “fintamente” indipendenti.

La politica e il legislatore dovrebbero con attenzione prendere atto di questo fenomeno, la cosiddetta Gig economy e individuare, attraverso un tagliando del Jobs Act, soluzioni che evitino l’espandersi di questo fenomeno.

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