Confermano lo Stato di recessione del nostro Paese

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I dati sulla diminuzione del fatturato e sul crollo degli ordinativi dell’industria nei primi mesi del 2013 non fanno altro che riconfermare lo stato di recessione dell’economia del nostro Paese e sono in linea con l’andamento complessivo dell’economia italiana.

Anche se le vendite all’ estero dell’industria sono aumentate, purtroppo, il mercato interno ha visto un’ulteriore riduzione. La causa di tale situazione è il crollo della domanda interna dovuta alla forte perdita del potere di acquisto dei lavoratori e dei pensionati. Questi dati confermano la necessità che il Governo agisca velocemente, in materia economica e fiscale, con provvedimenti utili ad aiutare sia chi ha perso il lavoro e chi lo cerca, sia chi ha visto diminuire il suo potere d’acquisto, sia, infine, chi paga puntualmente le tasse.

Invece, il Governo ha rinviato il decreto sul lavoro e si propongono ulteriori blocchi dei contratti.  La recessione purtroppo è reale. Se si continua con l’irrigidimento di politiche rivolte essenzialmente al risanamento con ulteriori restrizioni e tagli, non vi sarà né l’aumento delle attività economiche, né una reale ripresa.

Sono necessarie, dunque, non solo politiche rivolte alla riduzione del debito e al controllo dell’inflazione, ma scelte che, anche attraverso la leva fiscale, aiutino la ripresa dell’intera economia. E’ ora di affrontare la crisi economica con azioni e strumenti concreti per salvaguardare imprese, lavoratori e pensionati che vedano impegnare risorse destinate a finanziare innovazione, ricerca e investimenti e garantire lavoro, stipendi e pensioni.

Il problema resta la politica di austerity che l’Europa ci impone: è lì che bisogna vincere la partita e modificare questa impostazione che ha prodotto moltissimi danni a tanti paesi europei.

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