Certificano che il debito italiano non accenna a diminuire

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Più alto del nostro solo la Grecia

I dati diffusi, oggi, dall’Eurostat certificano che, nonostante le tante manovre economiche di tagli che si sono susseguite fino ad oggi, il debito italiano non accenna a diminuire. Anzi continua a crescere sempre di più, tanto da essere il secondo debito pubblico più  dell’Ue, dopo la Grecia.

Quello che è più preoccupante è che anche gli altri debiti pubblici dell’Eurozona stanno aumentando vertiginosamente. Nella stessa UE, infatti, non va meglio, tanto che debito aggregato è cresciuto di un punto. Questi dati sono la conferma che la politica di restrizione e di austerity, voluta dalla Comunità, sta facendo precipitare l’intera Europa in una spirale rischiosa.

E’ tempo, ormai, di aggredire la crisi con politiche non recessive e con investimenti pubblici che siano esclusi dal rapporto deficit/pil. Bisogna che si ponga il problema a livello comunitario e si cambi strategia economica. Serve un intervento serio e tempestivo da parte delle istituzioni politiche ed economiche dell’UE, che salvaguardi lavoratori dipendenti e pensionati, cioè coloro che pagano le tasse fino all’ultimo centesimo.

Noi continuiamo a sostenere che sia necessario modificare i Trattati: non si può insistere con la ricetta di una ripresa controllata nel rigore. La politica dei tagli e dell’austerity in Italia ha prodotto una serie di conseguenza: le tasse sono aumentate e il potere d’acquisto delle famiglie è sempre più in caduta libera, tanto da incidere in negativo sui consumi con un nuovo crollo che è il peggiore dal 1997.

Solo con un vero piano di rilancio dello sviluppo, dell’occupazione e della tutela del potere d’acquisto, aumentando i salari e le pensioni con una riduzione della tassazione e con i rinnovi dei contratti a partire dal settore pubblico, potremmo ricominciare ad allentare quell’affanno che le famiglie italiane stanno vivendo. Purtroppo, ancora una volta, anche con questa legge di stabilità di questo non se ne tiene conto.

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