Approvata alla camera la riforma Madia. Adesso partono tutti i laudatores nel descriverne la grandezza. La verità è che non vi è traccia di una riforma che abbia i presupposti di modificare realmente, investendo risorse sui lavoratori, sulle professionalità e sull’organizzazione.
Si riduce il perimetro degli interventi dello Stato e addirittura si eliminano alcune figure come il corpo forestale dello stato, i segretari comunali e si riducono le camere di commercio e gli uffici territoriali del governo. Tutti organi essenziali nel controllo del territorio e della legalità.
Infine, si continua a destrutturare la contrattazione allargando le materie destinate alla legislazione.
La cosa inaccettabile è che si voglia cambiare la Pubblica Amministrazione penalizzando i lavoratori invece di valorizzarli. Lavoratori che, ricordiamo, hanno un contratto scaduto da anni e nonostante la sentenza della Corte non vi è nessuna avvisaglia da parte del Governo per aprire le trattative.
Il coinvolgimento, la partecipazione, le relazioni, il confronto e il rispetto dei diritti dei lavoratori non sono parolacce ma sono l’essenza della cultura democratica. Questo Governo fa finta di non saperlo. Saranno i lavoratori ancora una volta con la loro mobilitazione a ricordarglielo.