I salari sono fermi nella P.A.
Due notizie sono state rilevate dell’Istat sulla situazione economica degli italiani che sembrerebbero, a prima vista, contraddittorie, ma non lo sono.
La prima è relativa al fatto che nel mese di settembre, le retribuzioni degli italiani sono rimaste ferme rispetto ad agosto, mentre hanno subito una variazione positiva su base annua.
Questa presunta crescita è dovuta al crollo dei prezzi e alla conseguente frenata dell’inflazione che è ridotta ai minimi termini per la recessione in atto e non a un aumento vero e proprio.
La seconda è relativa al fatto che, dopo alcuni mesi di rialzo, ad ottobre, il clima di fiducia dei consumatori è tornato a essere in calo.
Senza misure adeguate, come rivendicato dal sindacato, le difficoltà delle famiglie italiane e dell’economia aumenteranno.
Guardando poi ai settori in cui sono aumentati i salari, si è registrato un tendenziale aumento nel comparto privato, mentre sono fermi nella P.A..
Oltretutto la conferma del blocco dei contratti per i lavoratori pubblici, anche per quest’anno, previsto dalla legge di stabilità, non fa che aggravare la situazione.
È necessario, dunque, uscire da questa spirale negativa e aiutare le famiglie, i lavoratori, le imprese e i cittadini, modificando profondamente la politica economica, riformando la fiscalità e aumentando il potere di acquisto per ricreare fiducia.
Bisogna, infine, ridare fiato a un Paese allo stremo, dando più soldi ai lavoratori, rinnovando i contratti ancora aperti, a partire dal pubblico impiego, per il triennio 2013-2015 e riducendo realmente la tassazione sul lavoro e sulle pensioni.