PRECIPITA VERSO IL DEFAULT IL DON UVA

569

Non c’è più alcuna certezza circa la vertenza del Don Uva se non che il debito raggiunto sta portando al Default Tecnico Amministrativo della struttura.

Non c’è certezza circa la corresponsione degli stipendi ai quali va ricordato anche che gli incentivi alla produzione di giugno sono stati pagati solo per una metà.

L’unica cosa certa è che il quadro è destinato a peggiorare ulteriormente considerato che il debito consolidato (tra fornitori, Inps, Erario etc.) è di circa 300 milioni di euro con una perdita strutturale annua di 40 milioni di euro.

Questi i dati peraltro ribaditi anche durante, l’incontro convocato dall’Amministrazione del 13 dicembre scorso e svoltosi presso la Casa Madre di Bisceglie, che non ha fatto altro che accrescere le preoccupazioni per il futuro della più importante struttura riabilitativa privata della Regione.

La dirigenza del Don Uva non solo non ha ancora redatto il Piano Industriale promesso alla Regione fin dall’ estate scorsa, ma ha annunciato l’insorgenza di ulteriori difficoltà soprattutto sul versante pugliese.

A causa del piano di rientro, infatti, la Regione Puglia ha tagliato un ulteriore 15% sulla Sanità Privata, che per la Casa Divina Provvidenza significa ulteriori perdite annuali strutturali da risolvere, secondo il Don Uva con un taglio al personale per oltre 500 unità.

            Di fronte a questo scenario, la  UIL FPL è convinta che si stia andando dritti verso il fallimento e, soprattutto che ci sia il fondato sospetto che la tanto promessa autonomia gestionale della struttura potentina sia in realtà un modo per prendere tempo e non risolvere alla radice il problema.  La Regione Basilicata, infatti, garantisce al Don Uva di Potenza un solido equilibrio finanziario, con una retta congrua e, soprattutto l’organico del Don Uva è addirittura insufficiente a garantire il servizio: IN BASILICATA NON CI SONO ESUBERI!

Con questa situazione che rischia di pregiudicare la qualità dei servizi dovuta soprattutto al possibile congelamento di forniture esterne, quali possono essere ad esempio i presidi farmaceutici, non intendendo i fornitori, anticipare ulteriormente beni se non vedono rientrare i capitali sino ad ora anticipati.

La  UIL FPL, pertanto, nello stigmatizzare questo assurdo atteggiamento della Casa Divina Provvidenza e nel chiedere comunque il pagamento delle retribuzioni ai dipendenti, chiede ai vertici Regionali di Basilicata, dal Presidente De Filippo all’Assessore alla Sanità Martorano, di adottare misure drastiche ed urgenti per risolvere alla radice un problema che rischia di esplodere in un dramma sociale ed economico di proporzioni gigantesche per la nostra Regione.

E’ opportuno che le istituzioni verifichino come vengono impiegati i flussi di pagamento in favore della CDP fino a quando non si avranno certezze vere e concrete del futuro della struttura. Vi è la sensazione più che fondata  che i soldi che correntemente l’ ASP di Potenza versa nelle casse del Don Uva vengono inghiottiti dalla voragine dei debiti generali.

Si denuncia, inoltre, che senza concertazione e nel pieno di una crisi, il Direttore Generale dispone trasferimenti di personale (nella fattispecie di una Terapista della Riabilitazione) dalla sede di Bisceglie a quella di Potenza. È evidente che tale atto per la non trasparenza e per i tempi in cui si verifica crea un maggiore livello di allarme aprendo inquietanti interrogativi.

La UIL FPL, infine, ritiene che senza un impegno concreto ed immediato non sussistano più le condizioni per andare avanti e chiede, ai vertici istituzionali Regionali un incontro urgente per risolvere la vertenza.

                                                                                                                           Il Segretario Aziendale

                                                                                                                                  Luigi Mancuso

LASCIA UN COMMENTO

Il tuo commento
Il tuo nome

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.