Più competenze e meno salario a fronte di un organico sempre più ridotto. Nessun riconoscimento di ruolo e contratto bloccato. Gli agenti della Polizia locale hanno detto basta e oggi si sono presentati davanti alla Camera per chiedere il rispetto dei diritti e il riconoscimento dei compiti che ogni giorno svolgono per i cittadini, a partire dalla difesa della legalità e della sicurezza sul territorio.
Al centro della manifestazione – organizzata da Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e alla quale hanno partecipato tantissimi agenti provenienti da tutta Italia – la richiesta, rimasta fino ad ora inascoltata, di riformare la legge del 1986 che regola il lavoro degli oltre 60 mila operatori di Polizia Locale.
Nel frattempo gli operatori di Polizia Locale si sono visti ridurre, con una palese disparità di trattamento con gli altri corpi di polizia dello Stato, diritti quali la malattia, la causa di servizio e l’equo indennizzo, senza alcuna considerazione per la specialità dell’attività svolta neppure in materia assicurativa e previdenziale. Il tutto oltre al blocco del rinnovo contrattuale nazionale e al limite finanziario nella contrattazione decentrata che ha impedito di ricercare quelle risposte di flessibilità ed urgenza necessarie rispetto alle attività svolte. Cause queste che hanno spinto gli operatori di Polizia Locale a portare in piazza la rabbia e l’orgoglio di chi rivendica identità e spirito di servizio al fianco delle comunità locali.
Al termine della manifestazione, una delegazione di Cgil Cisl e Uil è stata ricevuta da gruppi parlamentari ed esponenti istituzionali, incassando prime importanti aperture, a partire dall’impegno a far rientrare il nuovo ordinamento della Polizia locale nel ddl Sicurezza (che sarà a breve incardinato nell’iter legislativo), da un impegno specifico sull’equo indennizzo e sul riconoscimento delle specificità all’interno del contratto nazionale.
La mobilitazione prosegue e siamo pronti a dare battaglia con tutte le iniziative necessarie – hanno concluso dal palco Cgil Cisl e Uil – fino a quando Governo e Parlamento non adotteranno le misure legislative, regolamentari e contrattuali necessarie.