Dati Istat registrano perdurare recessione

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La crisi si aggrava e le politiche di rigore imposte al nostro Paese anziché risollevare l’economia, come era prevedibile, hanno peggiorato la situazione. I dati Istat registrano il persistere della recessione con il ventesimo calo consecutivo della produzione industriale, con un’ulteriore riduzione della spesa delle famiglie e con un Pil che non accenna a risalire.

Lo abbiamo più volte denunciato nel corso di questi anni di crisi: la crescente disoccupazione e i salari troppo bassi hanno impedito che i consumi, il potere d’acquisto e il livello di risparmio delle famiglie italiane aumentassero. L’inasprimento del prelievo fiscale ha completato l’opera.

Occorrerebbe una consapevolezza generale di tutti per intervenire immediatamente per il rilancio dell’economia prima che sia troppo tardi anche per la coesione del Paese.

La prima mossa spetta al Governo. Urge un vero piano di rilancio dei consumi e di difesa del potere d’acquisto dei salari e degli stipendi dei lavoratori italiani, definendo un’ormai improcrastinabile riforma fiscale che abbia come obiettivo la crescita del Paese, ma anche favorendo l’accesso al credito per le imprese e defiscalizzando gli investimenti in nuova e stabile occupazione.

Sono necessarie, dunque, non solo politiche rivolte alla riduzione del debito e al controllo dell’inflazione, ma scelte che, anche attraverso la leva fiscale, aiutino la ripresa dell’intera economia. Bisogna, inoltre, impegnare risorse per finanziare innovazione, ricerca e investimenti e garantire lavoro, stipendi e pensioni.

Dopo i sacrifici, insomma, ora è il momento degli investimenti per lo sviluppo: non possiamo continuare con la ricetta di una ripresa controllata nel rigore.

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