Dal Governo arrivano primi segnali per dare risposte all’emergenza

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Dal Governo arrivano primi e parziali segnali per dare risposte concrete all’emergenza occupazione, in particolare a quella giovanile.

La decisione di destinare gli incentivi a tutto il territorio nazionale va nella giusta direzione perché punta a incrementare la base occupazionale. Il tutto, però, sconta una deregolamentazione del contratto a tempo determinato, che non sempre è un esempio di buona flessibilità in entrata nel mondo del lavoro. Già oggi il 70% delle assunzioni è a termine e, così, si continua a non garantire un futuro certo a migliaia di giovani. Avremmo preferito, piuttosto, che fossero maggiormente incentivati i contratti di apprendistato che, invece, rischiano di essere depotenziati.

Ci saremmo aspettati, inoltre, una risposta più forte al problema dei tanti over 50 che perdono il posto di lavoro. Si sarebbero potute utilizzare, ad esempio, risorse derivanti da una profonda ristrutturazione dei fondi UE, spesi attualmente in modo inadeguato e che, per i prossimi tre anni, ammontano a oltre 31 mld di euro.

In conclusione, pur riconoscendo che questo Decreto costituisce un primo passo per dare risposte all’emergenza lavoro, va detto che da solo non basta. Occorrono misure strutturali per ridurre il carico fiscale sui redditi fissi: questa scelta aiuterebbe a rimettere in moto il Paese e a promuovere buona occupazione.

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