6° Rapporto 2013 della Uil sulla cassa integrazione

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Nei primi 6 mesi 2013 superato mezzo miliardo di ore autorizzate di cassa integrazione

Con giugno 2013, si giunge a un bilancio di metà anno sulle richieste di cassa integrazione da parte delle aziende.

Nel corso di questo mese  sono state richieste dalle aziende circa 91 milioni di ore, in aumento dell’1,6% rispetto al mese di maggio, proteggendo circa534 mila posti di lavoro.

Dal cumulo delle ore di cassa integrazione dei primi 6 mesi di quest’anno, complessivamente, sono state richieste 548 milioni di ore, con un aumento del 4,6% rispetto allo stesso semestre del 2012.

Il confronto tra i due semestri mostra una crescita sia della gestione ordinaria che di quella straordinaria, rispettivamente del 16,4% 21,9%. Ciò a conferma del preoccupante stato di difficoltà del nostro sistema produttivo. La cassa integrazione in deroga, viceversa, registra una flessione (-25,4%),dato questo che deriva non da un calo del reale bisogno dell’ammortizzatore sociale – sostiene Loy – quanto piuttosto dal blocco dei finanziamenti, che ha condizionato gli iter autorizzativi da parte delle singole Regioni in questi mesi del 2013.

Rispetto al costante e massiccio fabbisogno di ore di deroga, che ci viene sollecitato come problema dai territori nel corso di questi primi mesi dell’anno, l’analisi dei dati sulle ore autorizzate evidenzia che sono solamente 6 le Regioni in cui si registra, nel I semestre 2013, una variazione positiva di ore richieste (con la crescita maggiore in Veneto+91,4%),così come, alivello territoriale, sono solo 27 leProvince (tra cui il dato più alto a Parma, +141,8%)che vedono un aumento delle ore richieste.

Su tale questione, il recente rifinanziamento previsto dal Decreto Legge n. 76/13, che ammonta a 550 milioni di euro, determinerà, con ogni probabilità, un’impennata delle richieste nei prossimi mesi, ma tale cifra non sarà comunque sufficiente a garantire la copertura per l’intero anno. Diventa, quindi, necessario aumentare tale dote finanziaria, per tamponare l’emorragia occupazionale che potrebbe derivare dal passaggio dalla cassa integrazione alla disoccupazione e alla mobilità.

Al netto della gestione “deroga”, il complessivo aumento delle richieste di cassa integrazione nel corso del I semestre 2013, rispetto allo stesso periodo del 2012, deriva essenzialmente dal consistente incremento di ore autorizzate nel Nord (+12,9%), a fronte della flessione registratanel Centro (-6,6%) e nelMezzogiorno (5,8%).

Gli incrementi dell’ammortizzatore sociale, a livello regionale, investono 11 Regioni e le 2 Province Autonome e, tra tutte, è Bolzano a registrare la crescita maggiore(+111%). Nei territori, l’aumento interessa 53 Province, con Treviso in testa per la maggiore variazione (+94,5%).

In una situazione di crisi così stagnante, manifestata dalle ancora forti richieste di cassa integrazione e, più in generale, da un’analisi più complessiva del nostro mercato del lavoro –  che include anche l’alto tasso di disoccupazione e inoccupazione –  la crescita non può che essere la prima risposta.

Crescita che si potrà stimolare con politiche fiscali finalizzate ad alimentare il consumo interno  e a ridurre il peso della tassazione. Nel contempo, vanno apprezzate le prime parziali risposte al tema della ricollocazione di lavoratori colpiti dalla crisi e in cassa integrazione o disoccupati involontari, come l’incentivo alle aziende che assumono chi è in sussidio ASPI.

Appare, infine, incomprensibile la volontà di intervenire radicalmente, oggi e nel pieno della tempesta economica, sui criteri di concessione della cassa in deroga, unico strumento che tutela milioni di persone, dipendenti di piccole imprese soprattutto, colpite dalla crisi.

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